Alla fine del Seicento, i letterati discutono sui modelli da adottare e a cui ispirarsi. Molti guardano alla lingua di Francesco Petrarca e il “petrarchismo” si fonda appunto sulla replica, a volte sterile ed esausta, dei modelli linguistici e stilistici del poeta medievale.
I letterati italiani sentono un forte bisogno di identità, di riconoscimento reciproco e desiderano costituire un ceto comune e unitario. Così nascono l’Accademia dell’Arcadia, che si ramifica in tutta la penisola,
e la “Repubblica delle lettere”, dove si confrontano tendenze tradizionaliste che guardano all’umanesimo e alla classicità e tendenze moderne, ma minoritarie, ispirate al pensiero libertino.