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3.In versi

La letteratura italiana dal Barocco al Settecento

Alla fine del Seicento, i letterati discutono sui modelli da adottare e a cui ispirarsi. Molti guardano alla lingua di Francesco Petrarca e il “petrarchismo” si fonda appunto sulla replica, a volte sterile ed esausta, dei modelli linguistici e stilistici del poeta medievale.

I letterati italiani sentono un forte bisogno di identità, di riconoscimento reciproco e desiderano costituire un ceto comune e unitario. Così nascono l’Accademia dell’Arcadia, che si ramifica in tutta la penisola,
e la “Repubblica delle lettere”, dove si confrontano tendenze tradizionaliste che guardano all’umanesimo e alla classicità e tendenze moderne, ma minoritarie, ispirate al pensiero libertino.

Focus

Cos’è il “marinismo”?

Il termine deriva da Giambattista Marino (Napoli, 1569-1625), il principale esponente italiano della poesia barocca e autore del poema Adone.
Il marinismo è lo stile poetico da lui inaugurato e seguito poi da diversi seguaci caratterizzato da una scrittura ricca di virtuosismi formali, concetti preziosi e ricercati, gusto per l’artificio. Allo stesso tempo, il marinismo combina la vocazione alla sensualità con un’ispirazione religiosa e moralistica.

I maggiori letterati italiani dell’epoca sono oggi non molto noti
o studiati. Di solito, si indica il periodo tra Sei e Settecento come
un momento di involuzione della letteratura italiana, dopo i fasti medievali e rinascimentali, a favore di altre letterature europee come quella francese, spagnola e inglese.

L’epoca muratoriana ha però tratti innovativi che si esprimono al meglio nella trattatistica di carattere letterario, storico e filosofico rappresentata dal genio di Giambattista Vico e dalle opere di Giovan Mario Crescimbeni e Gian Vincenzo Gravina, mentre nella poesia si fa strada il gusto antibarocco, classicista e ornamentale dell’Arcadia.

La lirica ha un carattere ormai accessorio: il principale autore di versi è Pietro Metastasio, autore di melodrammi elegiaci, sentimentali ed eroici alla corte viennese.

Della perfetta poesia italiana

Come altri trattatisti, anche Muratori riflette nell’opera giovanile Della perfetta poesia sui modelli letterari a cui rifarsi. La sua proposta scardina il petrarchismo e propone nuovi parametri per definire il “buon gusto”. Tra i principali innovatori, loda e prende ad esempio, scrivendone pure la biografia, Carlo Maria Maggi.

Muratori si colloca in una fase di passaggio tra la poesia manierista e barocca, che ha come suo rappresentante più celebre Giovan Battista Marino, e l’Arcadia. Nella sua critica al Barocco, tuttavia, Muratori tende a salvarne alcuni aspetti, come la capacità di meravigliare il lettore e l’esaltazione della fantasia, da temperare attraverso l’uso della ragione.

Protagonisti

Carlo Maria Maggi

Carlo Maria Maggi (Milano, 1630-1699) nasce in un’antica famiglia della borghesia milanese e ricopre importanti incarichi nell’amministrazione cittadina. Scrive per il teatro, cimentandosi in diversi generi, dalla tragicommedia alla favola pastorale fino
al libretto operistico. La sua produzione poetica è improntata a uno stile semplice e antiretorico e nell’ultima parte della sua vita sceglie il dialetto come lingua per esprimere contenuti quotidiani. Muratori lo conosce negli anni milanesi diventandone ammiratore e amico. Alla sua morte, cura l’edizione delle sue poesie Rime varie di Carlo Maria Maggi, sacre, morali, eroiche e scrive la Vita di Carlo Maria Maggi.
Focus

Cos’è l’Arcadia?

L’Accademia dell’Arcadia nasce a Roma nel 1690 e si diffonde poi nelle principali città italiane. Ispirata a un immaginario pastorale di derivazione greca e rinascimentale e imponendo ai propri membri l’adozione di un nome pastorale greco e complessi rituali da adottare durante le riunioni, l’Arcadia si configura come immaginario unificante per i letterati italiani dell’epoca. L’Arcadia liquida il gusto Barocco, si orienta verso un razionalismo temperato e tramite la pratica del travestimento e di una poesia idillica, d’occasione e d’evasione fornisce agli intellettuali italiani una risposta al loro bisogno di identità culturale e sociale.

Muratori poeta?

Vista la vastità dei suoi interessi non dovrebbe sorprendere, ma pochi sanno che Muratori si è cimentato in prima persona anche come poeta. Delle sue poesie, scritte soprattutto in età giovanile, fanno parte anche alcuni componimenti scherzosi di carattere “gastronomico”, i carmina macaronica. Seguendo il modello della letteratura maccheronica, genere che imita il latino in modo scherzoso e grossolano per parlare di argomenti popolari, Muratori mostra un lato goliardico e godereccio insospettabile. Tra i carmina macaronica spicca un Elogio della farina che elenca numerosi piatti che ancora oggi sono l’ossatura della cucina emiliana come tortelloni, tortellini, grattini, gnocchi, crescentine, lasagne, borlenghi, spongata, sughi d’uva.

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