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4.Sguardo al passato

Tra Comacchio e la Germania, per fare piena luce sui secoli bui

Prima di Muratori, il mestiere di storico è spesso legato alle esigenze della religione e della politica. Molti scrittori scrivono storie apologetiche, con l’obiettivo di riaffermare principi religiosi (per esempio la verità del cattolicesimo sull’eresia, o viceversa). Lo stesso vale per la politica, con gli storici chiamati a celebrare le glorie del loro principe o dello Stato a cui appartengono. I fatti storici vengono così distorti e selezionati per dimostrare una tesi preconcetta.

Queste esigenze non sono del tutto tramontate all’epoca di Muratori, e nemmeno lui ne è del tutto esente. Ciò nonostante, Muratori si sforza di applicare un nuovo metodo che mette al centro il rigore storico, il valore delle fonti documentali e la ricerca della verità.

Focus

La polemica su Comacchio

Su un caso che oggi può sembrarci irrilevante Muratori affina i propri strumenti di ricercatore e di storico.
Ferrara e il suo territorio, antico feudo papale, erano diventati parte dei territori della Santa Sede nel 1598 a seguito della morte del duca Alfonso II d’Este senza eredi legittimi. Gli Estensi spostano nello stesso anno la loro capitale a Modena.
Nel 1708 riesplode la polemica mai sopita tra il papato da una parte e gli Estensi e l’Impero dall’altra quando l’imperatore Giuseppe I occupa Comacchio. Il papa condanna duramente l’azione con una lettera che rivendica i suoi diritti storici sul territorio e Muratori risponde nello stesso anno con alcune osservazioni alla lettera e nel 1712 con la Piena esposizione dei diritti imperiali ed estensi in proposito delle controversie di Comacchio.
Grazie a quanto ha appreso dalla collaborazione con Leibniz, Muratori ricostruisce un millennio di storia con padronanza delle questioni politiche, sociali e ideologiche della storia medievale.
Muratori si affida ad alcuni argomenti:
• l’Impero non ha mai rinunciato alla sovranità sui territori della Chiesa;
• Comacchio è sempre rimasto feudo imperiale;
• l’investitura del feudo di Comacchio è stata data agli Estensi dall’imperatore.
La ricostruzione del Medioevo conferma l’indipendenza del potere politico dal papato e che il papa è uguale agli altri sovrani nella sfera politica: il suo potere spirituale non vincola i poteri temporali.
Il conflitto termina nel 1725 con la rinuncia dell’imperatore alle valli.
Per Muratori è una sconfitta, ma il suo metodo ha trovato un’applicazione pratica di grande risonanza.

Lodovico Antonio Muratori “padre” della medievistica

In questo percorso Muratori “riscopre” il Medioevo. La sua idea di fondo è che esso non è un periodo buio o di minor valore rispetto all’età classica, ai fasti dell’antichità greco-latina, come molti suoi contemporanei sostengono.
In quei secoli (che per lui vanno dal 500 al 1500) si trova infatti un’enorme e pregevole produzione culturale.

Per raccogliere le fonti, Muratori si serve di due mezzi:

  • il viaggio di ricerca o di studio, che di fatto praticò solo una volta per scrivere la storia degli Estensi (le Antichità estensi);
  • la richiesta di copie di documenti ad altri studiosi ed eruditi; attraverso questo sistema gli studiosi si scambiano informazioni, documentazione e si tengono reciprocamente aggiornati sulle rispettive ricerche.

Per le sue ricerche e il loro carattere innovativo Muratori riceve molti apprezzamenti e al termine della sua vita è certamente un’autorità riconosciuta a livello europeo.

Mettere al centro il Medioevo significa, per Muratori, mettere al centro l’Italia: la sua opera si intitola non a caso Antichità italiane del Medio Evo. L’Italia è concepita come un’entità culturale più che politica: la cultura rende l’Italia unita, al di là delle differenze politiche e geografiche. Per questo Muratori è stato a volte riletto come uno dei padri nobili del Risorgimento, un precorritore dei moti di unificazione che avverranno un secolo più tardi.

Protagonisti

Gottfried Leibniz

Gottfried Wilhelm von Leibniz (Lipsia, 1646 - Hannover, 1716) è uno dei più grandi intellettuali del suo tempo. Filosofo e scienziato, ma anche teologo, linguista, giurista, storico e diplomatico tra le tante cose, è considerato un “genio universale” per la vastità e la profondità della sua opera in numerosissimi campi del sapere.
Tra il 1708 e il 1716, Leibniz e Muratori intrattengono un ricco carteggio, nel periodo in cui parallelamente sono impegnati nella stesura di una storia delle rispettive casate regnanti, all’epoca imparentate: gli Annales brunswicienses (cioè gli annali della casata di Brunswick) per Leibniz e le Antichità estensi per Muratori.

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